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TERRITORIO
Per la città di Assisi, che è stata proclamata insieme all’intero territorio comunale nel 2000 Patrimonio dell’UNESCO, parlare di gestione della città storica, del territorio e del suo paesaggio, oltre che delle loro risorse, non è come affrontare lo stesso tema con riferimento a qualsivoglia altra città.
La gestione di un territorio riconosciuto come patrimonio dell’intera umanità comporta un’immane responsabilità, per chi lo amministra e deve affrontare i problemi derivanti e conseguenti alla portata di tale riconoscimento.
La responsabilità primaria è quella certamente di tutelare e salvaguardare quello che ha indotto l’UNESCO a effettuare nel 2000 il riconoscimento del sito, inserendolo nella lista del Patrimonio Mondiale. Ma non meno importante responsabilità è anche quella di valorizzare le sue risorse e programmare correttamente il suo necessario sviluppo.
Per questo deve essere rivisto il PRG che nell’ultima stesura - nell’intento di favorire la speculazione edilizia privata - ha introdotto norme che modificano l’impossibilità di costruire nelle aree agricole di pregio, dando via libera - come a Villa Gualdi - allo scempio del territorio in aperta contraddizione con lo spirito del riconoscimento UNESCO e con ciò che dovrebbe tutelare la Soprintendenza dei Beni Culturali. Lo scellerato iter della costruzione a Villa Gualdi è ciò che contrastiamo con forza e che provoca il giusto risentimento di centinaia di cittadini che si sono visti rifiutare piccoli interventi nelle loro abitazioni in tutte le frazioni del territorio comunale, dove non esisteva la stessa situazione di impatto panoramico.
Il concetto di gestione infatti ricomprende in sé molti temi che tra di loro si accavallano e si intrecciano: tutela e salvaguardia dell’ambiente, inteso come l’insieme delle sue caratteristiche fisiche peculiari; difesa dei suoi aspetti storico-culturali, in quanto questi lo hanno contraddistinto e caratterizzato; individuazione delle sue criticità che nel tempo si sono evidenziate; ponderata programmazione di tutte le attività da mettere in campo nel tempo e con le risorse economiche effettivamente disponibili per un suo mirato sviluppo. Ma gestione significa anche attenta e concreta vigilanza dei fenomeni in atto, che debbono essere ricondotti agli obiettivi che un’amministrazione si deve porre.
Riteniamo la premessa doverosa e necessaria, anche se va sempre ricordato che il TERRITORIO è in primo luogo dei cittadini che lo abitano, lo vivono ed è il luogo dove essi operano e lavorano. Una delle responsabilità primarie dell’amministrazione è quindi quella di comprendere, verificare e soddisfare, nei limiti possibili, le loro esigenze, al fine di poter migliorare la qualità della vita e la qualità dei luoghi in cui essi operano.
Oggi per la gestione del territorio è necessario tenere in debito conto sia la necessità di reperire risorse, sia l’esiguità delle risorse dell’Amministrazione, sempre più scarse. Per evitare aggravi fiscali, non più proponibili ai cittadini (se mai si deve perseguire il contrario!), è necessario che le risorse esistenti vengano attentamente gestite senza sprechi e venga posta particolare attenzione all’analisi e alla ricerca di risorse e finanziamenti di provenienza esterna all’Amministrazione, individuando specifico personale che di questo si occupi e avendo comunque già predisposti nel cassetto i progetti da sottoporre a finanziamento.
Nel corso dei recenti anni il territorio di Assisi ha visto realizzare molte opere pubbliche, in particolare dopo il 1997 grazie anche ai fondi stanziati per il terremoto, e si è dotato anche di servizi e infrastrutture che da anni erano state programmate, ma che solo di recente sono state portate a compimento: il rifacimento delle pavimentazioni del centro storico, la realizzazione di diversi parcheggi attorno a esso (già previsti dal Piano Regolatore Astengo del 1972, originario), nuove viabilità, numerose rotonde nelle frazioni di Santa Maria degli Angeli e Petrignano di Assisi, la ristrutturazione della ex Montedison, ecc.
Restano tuttavia in sospeso opere particolarmente sentite dalla popolazione e di cui si parla da tempo: la riqualificazione della piscina olimpionica di Assisi, abbandonata a sé stessa e chiusa ormai da due anni; la definitiva sistemazione del parco del Pincio, polmone verde di Assisi, e della Rocca Albornoziana, alla quale è necessario dare congrua destinazione e contenuti; la definitiva riqualificazione di tutte le proprietà comunali come la Rocca Minore o la ex ICAP.
Riteniamo, inoltre, che sia urgente dare priorità ai seguenti temi, che riguardano il territorio nel suo complesso:
OPERE DI URBANIZZAZIONE
Molte frazioni e soprattutto quelle marginali hanno ancora notevoli carenze per quanto riguarda i sistemi di fognatura e la rete di acquedotto (come Tordandrea, Castelnuovo, Capodacqua), mentre le frazioni montane necessitano di piccoli depuratori ove convogliare le fogne esistenti. In particolare si pensa alla situazione del “castelli”, che dovrebbero essere rivalorizzati con incentivi ai proprietari anche per la ristrutturazione.
MANUTENZIONE
Si notano spesso notevoli ritardi nella manutenzione delle infrastrutture stradali, sia di proprietà comunale sia di proprietà provinciale o regionale, oltre al quasi abbandono delle nuove viabilità eseguite all’interno delle nuove zone lottizzate e cedute al Comune, in particolare nelle frazioni di margine.
La viabilità che conduce alle frazioni ha carenza di manutenzione e di segnaletica soprattutto orizzontale e ciò crea pericolo e disagio. È necessario un maggior controllo della situazione.
RIQUALIFICAZIONE DELLE VIABILITÀ ESISTENTI
All’interno delle frazioni vanno individuate le zone urbane e parte extraurbane prossime agli insediamenti e ancora carenti di marciapiedi e di verde alberato.
REALIZZAZIONE DI PISTE CICLABILI E PEDONABILI
Le piste ciclabili e pedonabili devono essere oggi parte integrante della viabilità e sono indispensabili per la sicurezza e lo sport. Il nostro territorio ne è ancora del tutto privo, ma la loro realizzazione potrebbe anche incrementare il turismo amatoriale e rappresentare così un incentivo anche allo sviluppo di questo turismo nelle diverse frazioni di margine. Percorsi come da Ponte San Vetturino a Campiglione, da Petrignano a Bastiola possono essere di grande utilità e valore paesaggistico, per non parlare del tratto dal Ponte Rosso a Villa Gualdi di cui si sente una grande necessità, essendo frequentatissimo da passeggiatori e podisti. Va dunque fatto un preciso e specifico piano, seguendo anche le indicazioni fornite dal Piano Regolatore.
Inoltre va assolutamente realizzato un percorso verde, laterale e lungo il fiume Chiascio da Torchiagina a Bastiola, di grande valore naturalistico e salutare.
RIQUALIFICAZIONE DELLA SEGNALETICA
La segnaletica, sia orizzontale che verticale, è questione di sicurezza, ma spesso è carente di manutenzione. In particolare quella verticale, che va implementata con maggiori indicazioni sia direzionali che turistiche. Necessita anche qui un preciso piano da elaborare ed eseguire, ma anche un attento controllo della segnaletica esistente. Da ricomprendere tra la segnaletica anche quella dei monumenti, che andrebbe debitamente implementata.
MANUTENZIONE E RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE VERDI E DEL VERDE PUBBLICO IN GENERALE
Fatto salvo il centro storico di Assisi e la frazione di Santa Maria degli Angeli, ove le alberature dei viali, le rotonde e i verdi esistenti sono abbastanza curati, in tutte le aree delle frazioni in cui sono state realizzate nuove zone urbane dotate di verde la manutenzione e la cura di tale aree è estremamente carente. Inutile dotare le zone di aree a verde pubblico se poi non possono essere fruite dagli abitanti. Sicuramente la pubblica amministrazione non può occuparsi seriamente delle numerose zone ma, avendone una responsabilità diretta, deve trovare un metodo di gestione. Per il futuro risulta necessario, già in sede di pianificazione, individuarne meglio la gestione, che potrebbe far carico anche sui lottizzanti o sugli abitanti. Spesso tali zone sono il deposito di rifiuti e quindi si devono anche implementare il controllo e la vigilanza. Per il futuro si deve anche pensare a un arricchimento del verde lungo le viabilità esistenti, ove fattibile, e la realizzazione obbligatoria di viali alberati nelle nuove zone. Di esempi in Italia ce ne sono molti.
È necessario un progetto di riqualificazione e di utilizzo dei consistenti spazi esistenti tra la Chiesa di Petrignano e il fiume Chiascio.
MOBILITÀ NEL TERRITORIO
L’amministrazione fino a oggi non ha fatto nulla per favorire la mobilità tra frazioni e capoluogo. Va dunque fatta un’analisi del problema e vanno individuate formule che, senza costi esorbitanti, consentano gli spostamenti all’interno del territorio anche a chi non è dotato di mezzo proprio, problema particolarmente sentito da anziani che devono visitare in particolare il cimitero di Santa Maria degli Angeli. Tutti cittadini del Comune devono inoltre poter accedere ai parcheggi a pagamento che circondano il capoluogo a un prezzo simbolico: la bellezza di Assisi deve essere a disposizione anzitutto dei suoi cittadini.
IL PARCO DEL SUBASIO
Una delle problematiche più sentite dai cittadini di Assisi è la situazione del Monte Subasio. La maleducazione dei frequentatori e il totale mancato controllo, la ridiscussione della convenzione in essere del pascolo e del tipo di animali che vi pascolano che distruggono la leggera cotica del manto erboso, la manutenzione necessaria, dalla strada alle staccionate, la riqualificazione dei rifugi e dei fontanili, la sentieristica da risistemare, la chiusura notturna assolutamente non rispettata e altre questioni richiedono un’attenzione particolare almeno pari all’amore degli assisani per il loro sacro Monte. Si parla di valorizzazione turistica, ma in realtà il Subasio ha necessità di essere conosciuto e rispettato. La quantità e varietà di flora e fauna esistente richiedono conoscenza, studio, osservazione, godimento, come le passeggiate e tutto ciò si può fare se ci si rapporta con la voglia di vedere, capire e imparare e questo non ha nulla a che vedere con la voglia e rapidità consumistica di utilizzazione di un bene comune. L’approccio giusto parte dal rifiuto di considerarlo una merce da consumare con i tempi veloci di una corsa in macchina.
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